Stabio (TI): Via Segeno

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L'installazione temporanea ha voluto sperimentare l’esistenza di una relazione tra la qualità dello spazio e la sua capacità di migliorare complessivamente la vivibilità del luogo in cui esso ricade: passando così da una priorità automobilistica ad una pedonale. Un container, oltre che elemento per riqualificare lo spazio, ha offerto la possibilità di organizzare una mostra fotografica, una performance di danza e alcuni laboratori creativi che affrontassero il tema della vivibilità e quindi della qualità della città contemporanea e dei suoi spazi o non luoghi, analizzando l’influenza reciproca tra questi e la società, coinvolte reciprocamente in una sorta di contagio d’identità tra luoghi e persone. Due banchi di coloratissimi pesci, dalle forme insolite, sono stati posati a ridosso della riva del canale Gurungun, quasi fossero guizzati fuori dalle sue acque. “I pesci”, realizzati utilizzando materiale riciclato, quali contenitori in plastica o in alluminio, bottiglie in PET, flaconi per contenere vari detersivi o alimenti, sono stati disposti ad altezze diverse, lungo tondini di ferro piantati nel terreno, per formare due coloratissime sfere di 1,5 metri di diametro. L'insolito banco, spuntando inaspettatamente dalla riva del canale, ha segnalato la presenza del corso d'acqua, ormai dimenticato, e indotto gli automobilisti a ridurre la velocità di percorrenza lungo la trafficata strada cantonale.

Descrizione del progetto
L’area di progetto si trova in un quartiere residenziale a cavallo tra il comune di Stabio e quello di S. Pietro. Come in molte situazioni tipiche della città liquida, sull’area vi confluiscono, senza soluzione di continuità, porzioni di espansione urbana risultanti dall’addizione di quelle, ormai tipiche, “villette” recintate, indifferenti tanto al contesto quanto alle specificità del luogo date dal paesaggio, dalle giaciture delle strade, dall’orografia del terreno su cui sorgono (nell’area scelta quale area di progetto, vi è un canale).

Essa è delimitata a sud da due strade di quartiere e a nord da una strada cantonale (limite 50 km/h), che conduce alla dogana italiana, abbastanza trafficata negli orari di punta. Quest’ultima è di fatto percepita dai residenti (che in diversi modi hanno sempre manifestato preoccupazione per la sicurezza e disagio per le conseguenze del traffico) come un ostacolo alla vivibilità del quartiere oltre che un elemento di separazione tra il quartiere San Pietro ed il resto del comune ove sono le strutture pubbliche. L’unico attraversamento esistente lungo la via è all’inizio della strada, a ridosso di una rotonda.

L’area di progetto di forma triangolare, attualmente libera e pari ad una superficie di 390 mq, è il tipico ritaglio, residuo di una lottizzazione. Priva di alcuna funzionalità, è di fatto sterpaglia incolta per gran parte dell’anno e così utilizzata da chiunque per i bisogni dei propri amici a quattro zampe.

Essa è normata da una convenzione, datata 1980 tra il Comune di Stabio ed il proprietario, secondo cui fin tanto che non avesse raggiunto i 500 mq non sarebbe stato possibile edificare null’altro che infrastrutture di servizio alle residenze (piazzale per posteggio, posteggi coperti, campo da gioco attrezzato, piscina).

Al fine di indagare concretamente sulle potenzialità del luogo, dopo il lavoro progettuale svolto sull’area in occasione del Workshop di Progettazione Urbana (WPU 2015), si è pensato di utilizzare l’area per un allestimento natalizio che consentisse di organizzare piccoli eventi che coinvolgessero la collettività e la rendessero attivamente partecipe e interprete di quel valore che è “la cittadinanza”, necessario per ridare qualità agli anonimi spazi urbani riscoprendo il valore dello spazio pubblico quale attivatore di urbanità, che per le tipiche aree di espansione significa riportare la centralità del progetto urbano sulla dimensione umana/pedonale.

Riconoscendo alla cultura e alle sue forme espressive un grande valore aggregativo, primo passo per sperimentare il cambiamento dell’area, da spazio anonimo a “luogo urbano”, è stato quello di eleggere a protagonista del progetto un container, che fungesse appunto da contenitore culturale.

Il container, oltre che elemento per riqualificante lo spazio, ha offerto la possibilità di organizzare una mostra fotografica, una performance di danza e alcuni laboratori creativi che affrontassero il tema della vivibilità e quindi della qualità della città contemporanea e dei suoi spazi o non luoghi, analizzando l’influenza reciproca tra questi e la società, coinvolte reciprocamente in una sorta di contagio d’identità tra luoghi e persone.

Per allargare la partecipazione si è inoltre realizzata una sorta d’installazione artistica coinvolgendo i bambini delle scuole comunali: elementari e materna.

Due banchi di coloratissimi pesci, dalle forme insolite, sono stati posati a ridosso della riva del canale Gurungun, quasi fossero guizzati fuori dalle sue acque.

“I pesci”, realizzati utilizzando materiale riciclato, quali contenitori in plastica o in alluminio, bottiglie in PET, flaconi per contenere vari detersivi o alimenti, sono stati disposti ad altezze diverse, lungo tondini di ferro piantati nel terreno, per formare due coloratissime sfere di 1,5 metri di diametro.

L'insolito banco, spuntando inaspettatamente dalla riva del canale, ha segnalato la presenza del corso d'acqua, ormai dimenticato, e indotto gli automobilisti a ridurre la velocità di percorrenza lungo la trafficata strada cantonale.

L'installazione temporanea ha voluto sperimentare l’esistenza di una relazione tra la qualità dello spazio e la sua capacità di migliorare complessivamente la vivibilità del luogo in cui esso ricade: passando così da una priorità automobilistica ad una pedonale. Se lo spazi pubblico, sia esso strada o marciapiede (oggi rimasti unici esempi di spazio pubblico nei quartieri residenziali), slargo, aiuola fosse pensato per offrire una piacevole alternativa all’automobile, quindi occasione per incontrare altra gente, prendere ombra, percepire un contatto con l’alternarsi delle stagioni, fare movimento, allora ritroveremmo in esso la risposta alla mobilità lenta, ma anche una delle forme in cui si declina il riconoscimento di “Città dell’energia”.

Nel nostro esperimento, i temi di mobilità lenta e velocità controllata sono stati affrontati non più come misure restrittive, alle quali ci si deve abituare, ma come occasioni per recuperare un modo condiviso, pubblico, collettivo, a misura d’uomo, di vivere la città.

Obbiettivo principale è stato conferire riconoscibilità al luogo, ristabilendo il collegamento (nord-sud) tra i due comparti del quartiere, e ricreando delle condizioni di misurabilità e di ordine, ma anche di varietà e ricchezza nell’uso del suolo urbano.

Il progetto ha promosso il dibattito pubblico sulla relazione tra la città, il suo territorio e i suoi abitanti e ha dato esempio di come la riqualificazione degli spazi urbani sia un efficace strumento, non solo per migliorare i luoghi in cui abitano, ma soprattutto per incentivare le relazioni sociali e la mobilità lenta.

Durante il periodo di permanenza dell'installazione si è registrata una riduzione significativa della velocità veicolare lungo tutta la strada a dimostrazione del fatto che la valorizzazione dell'immagine d'insieme dello spazio stradale, a beneficio della vivibilità e dell’attrattiva dei quartieri attraversati e del benessere degli utenti dello spazio pubblico, è altrettanto importante dell’adozione di misure infrastrutturali di moderazione del traffico volte a migliorare la sicurezza.

Organizzazione
Il progetto di allestimento dell’area libera su via Segeno nasce da un’iniziativa privata promossa dallo studio di architettura Felicia Lamanuzzi che ha coinvolto il Comune di Stabio, la scuola elementare e i cittadini.

Cronaca
Il progetto prende avvio nell’ottobre del 2015 in occasione del workshop di progettazione WPU Stabio 2015 organizzato dallo studio di architettura e con la partecipazione di studenti delle facoltà di architettura italiane e svizzere.

Il lavoro d’indagine sul territorio del comune di Stabio ha condotto all’individuazione di alcune aree notevoli dalle quali far partire una sorta di “contagio” della rigenerazione urbana: piccole situazioni, luoghi fisici specifici in cui si potessero definire delle azioni concrete, delle tecniche di trasformazione, anche minimali, capaci però di stimolare dinamiche di trasformazione urbana e di produrre una conversione dello spazio da anonimo a identitario e così da abbandonato a vissuto.

La sperimentazione è partita proprio dall’area libera sulla via Segeno e ha voluto sperimentare come l’installazione in uno spazio di semplici elementi che dialoghino tra loro (nel nostro caso il gioco dei colori e delle forme: sfera e parallelepipedo) induca il passante a trovare nuovi percorsi e possa modificare la percezione, e quindi il ruolo, di uno spazio nella dinamica urbana, trasformandolo da spazio di nessuno a luogo di tutti.

L’installazione ha avuto una durata di circa quattro mesi, durante i quali si sono svolte conferenze pubbliche, che hanno trattato temi di architettura, attività culturali, una mostra fotografica e l’installazione di Alex Dorici, artista ticinese, purtroppo durata solo poche ore.

Il progetto si è concluso alla fine di gennaio con una performance di musica e danza e la premiazione del concorso fotografico “pesci fuor d’acqua”.

Finanziamento
Trasporto e affitto: Offerto da Econord di Rancate
Fornitura energia elettrica: 20chf,  Offerti dal sig. Castelletti in qualità di 0 capo dicastero delle aziende
Sistemazione interna:
Impianto elettrico: offerto da Binaghi
Apparecchi illuminotecnici:
Arredo interno: offerto da Punto Fresco Stabio
Allestimento per mostra fotografica: offerto da Punto Fresco Stabio

Sistemazione esterna:
Apparecchi illuminotecnici: offerto da Studio di architettura Felicia Lamanuzzi
Impianto elettrico: offerto da Binaghi
Arredo esterno (pallet): offerto da Punto Fresco Stabio
Taglio erba: offerto da Punto Fresco Stabio
Scritta: offerto da LignoAlp
Stampa manifesti: offerto da CSE PRINT srl

Installazione “Pesci fuor d’acqua”
Tondini ferro: offerto da General Mast
Pesci: forniti dai bambini delle scuole elementari di Stabio
Manodopera: offerto da Impresa Martinelli e impresa Valsangiacomo
Assistenza: offerto da Studio di architettura Felicia Lamanuzzi